E’ una situazione, oramai, intollerabile.
Le società di recupero credito e le stesse finanziarie utilizzano metodi di pressione psicologica nei confronti dei debitori al limite della legalità, se non oltre.
Basta un piccolo ritardo di un pagamento, anche minimo, che prontamente partono messaggi, telefonate ad ogni ora, minacce di aggravi sproporzionati di mora, di visite persino fisiche presso il domicilio.
Non è finzione, ma è l’esperienza che lo Studio Legale Verrengia e l’Avv. Alberto Verrengia hanno verificato in anni di lavoro e di resistenza a tali compormenti, ora in netto peggioramento.
In pochi sanno ed attuano, il codice morale dell’UNIREC. Nello specifico, il personale iscritto nei registri di qualifica Unirec (Unione nazionale imprese a tutela del credito) sono vincolati al rispetto di un vero codice deontologico, proprio come gli avvocati.
Tra le norme contenute in questo codice, ve ne sono alcune importantissime a tutela del debitore. In particolare, l’esattore:
- Deve tenere nei confronti del debitore una condotta ferma e determinata, senza mai sfociare in atteggiamenti vessatori, insolenti o inutilmente petulanti.
- Non può esercitare pressioni indebite o minacce nei confronti del debitore, al fine di indurlo al pagamento.
- Si deve presentare al debitore con discrezione e con cura nell’aspetto esteriore, avendo il massimo rispetto delle persone contattate e della loro vita privata.
- Deve svolgere l’attività come da mandato ricevuto, con lealtà, correttezza, nella massima riservatezza e segretezza professionale. Con divieto assoluto di divulgare, anche parzialmente, le notizie e le informazioni sia rilevate dalla pratica affidata, sia assunte eventualmente nel corso del recupero del credito
L’escalation della pressione psicologica che diventa stalking prevede una serie di azioni programmate. Dapprima messaggi e telefonate velatamente minacciose, poi, un comportamento da parte degli interlocutori sempre più duro ed indirizzato alla creazione di un timore irreparabile ed eccessivo. Interessi mostruosi, azioni giudiziarie infinite o altro che creano una pressione violenta sul debitore, spesso in ritardo per problemi reali. Secondo il codice penale, chiunque, in un luogo pubblico o aperto al pubblico, ovvero col mezzo del telefono, reca a taluno molestia o disturbo è punito con l’arresto fino a sei mesi o con l’ammenda fino a 516 euro, pertanto, si configura il reato di molestie quando il creditore, nel pretendere il pagamento al telefono, usi modalità moleste e petulanti (es. assillanti squilli a tutte le ore del giorno e della notte, violazione della privacy e minacce palesi).
In questo caso il recupero crediti si trasforma in Stalking determinando uno stato psicofisico di ansia e paura, con timori per la propria famiglia e modificando le proprie abitudini di vita.
Talvolta, capita che l’incaricato al recupero crediti si presenti a casa: non essendo un pubblico ufficiale, né un ufficiale giudiziario, non può introdursi nell’abitazione senza consenso del debitore il quale, quindi, può legittimamente decidere di non aprire. Stesso divieto è per ogni forma di “umiliazione socialeE come le affissioni di avvisi di mora sulla porta di casa o nell’androne del condominio Questa condotta costituisce una grave violazione della privacy.
Una proposta di legge esisteva a firma dell’On. Giorgia Meloni e doveva essere integrato da un solo articolo, per modificare l’articolo 612-bis del codice penale concernente il reato di atti persecutori. Si prevedeva una aggravante, laddove il reato di stalking è commesso da istituti bancari o società finanziarie o filiali di recupero credito o qualsiasi altro soggetto giuridico o nell’attività di recupero crediti quando vengano messe in atto condotte che esulano e travalicano quanto previsto dalla legge e dalle norme del codice di procedura civile. Il secondo prevedeva che “la stessa pena si applichi alla persona fisica che agisca in proprio o per conto di persona giuridica”.
La tutela da questi atteggiamenti persecutori, però, esiste ugualmente. Il nostro Studio Legale da anni è riuscito a resistere e controbbattere a numerosi azioni di pressione bancaria nei confronti degli assistiti. Il nostro è un lavoro di interposizione, evitando che la società continui a molestare il debitore e trattando direttamente con noi con cui non potrà utilizzare gli stessi metodi illegittimi. Nel caso ciò non avvenisse, si applicheranno forme di tutela giuridica civile e penale che ben poco convengono alle società finanziarie e di recupero crediti che potrebbero ritrovarsi a dover difendersi e, persino, risarcire i loro debitori.
Noi ci siamo e vi difenderemo senza alcun timore, abbiate fiducia.