Danni alle auto da buche ed insidie: ecco le ultime evoluzioni giuridiche – Avv. Alberto Verrengia (Cass. 10166/22)

Le strade italiane non sempre sono sinonimo di cura e sicurezza, soprattutto, quando trattasi di arterie gestite da Enti locali.

Dei veri e propri crateri sono riscontrabili anche nelle aree urbane delle grandi città, così come in quelle rurali. Purtroppo, talvolta, si ha la sfortuna di finire dentro ad una di queste voragini e danneggiare l’auto. Può andare bene con una semplice foratura, ma spesso anche cerchi, ammortizzatori e sospensioni subiscono gravi danni aumentando l’importo necessario per la riparazione.

Per poter godere del risarcimento da parte del gestore della strada incriminata, che sia un Ente locale o un privato, da qualche anno, la parte istruttoria (prova) si è fatta sempre più severa ed imprescindibile.

Per ottenere il rimborso dei danni diventa, pertanto, fondamentale l’elemento probatorio decisivo del verbale d’incidente redatto dalle Forze dell’Ordine.

Polizia Municipale per le strade locali , PS, Carabinieri, per quelle extraurbane.

Ad affermarlo con un provvedimento confermativo di un indirizzo, ormai, radicato nelle aule giudiziarie, è stata la VI sezione della Cassazione con una recente ordinanza la n. 10166 del 2022 che ribadisce l’importanza della prova documentale rilasciata da una Autorità di Polizia e segnatamente ha dichiarato: “la sentenza impugnata ha escluso la responsabilità da custodia del Comune per mancanza di prova della esatta dinamica dell’incidente, data l’intervenuta rimozione del veicolo incidentato al tempo dell’intervento degli agenti della polizia municipale sul posto (in tesi di parte ricorrente, il veicolo era caduto in una buca coperta d’acqua, effettivamente presente sul luogo) e il mancato ritrovamento di tracce di frenata o di testimonianze da cui poter ricostruire, anche in via presuntiva, la dinamica dell’incidente”