Le molestie dei “Contratti” telefonici: la Cassazione condanna l’operatore per truffa.

Chi di noi, non ha dovuto subire, soprattutto, negli orari meno opportuni, le telefonate di società di servizi (telefonia, luce, gas ed altro), pronti a proporvi l’ultima allettante offerta.

Una pratica, questa, volta a ricevere dall’interlocutore una sorta di “nulla osta” per rifilare servizi, promozioni o pseudo contratti.

Vittime di questa assillante forma di marketing, sono le persone della terza età e cittadini che per varie motivazioni non hanno gli strumenti adatti per valutare o per rifiutare l’offerta.

Protagonisti di questa molestia telefonica, i call center delle società, spesso situate in paesi esteri e, spesso, promotori di offerte solo all’apparenza vantaggiose che celano contratti poco chiari.

Lo Studio Legale Verrengia è stato occupato più volte, in questi mesi, per la difesa di assistiti che si erano trovati sottoscrittori virtuali di nuove tariffe o servizi, con bollette lievitate in alto. Abbiamo adottato con successo una difesa volta a far risaltare i provvedimenti delle Autority (condanne milionarie alle società) e gli strumenti del Codice Civile sulla regolarità dei contratti.

Dal 18 settembre, però, un nuovo e potente strumento giurisprudenziale permetterà una difesa ancora più efficace: con la sentenza numero 42515/2017 del 18 settembre 2017, la II sezione penale della Corte di cassazione ha confermato la condanna di un operatore\dipendente  di una società di telefonia per il reato di truffa per aver imposto un contratto in tal modo.

Dunque, oltre alle condanne salate delle società tramite i procedimenti delle Autority, ecco confermarsi anche il reato penale in testa all’operatore che ha posto in essere l’abuso.

Il reato è a querela di parte ed è depositabile dopo l’aver avuto certezza (bolletta o fattura) della attivazione di un contratto non richiesto.